Dalle feste milionarie alle violenze sui migranti, è bufera sull’agenzia Ue Frontex

Non bastano i ritardi degli interventi fondamentali in Bosnia nel campo di LIPA, né gli ultimi 43 deceduti nel Mar Mediterraneo a smuovere di un millimetro gli interventi della UE affidati all’ agenzia FRONTEX. Le varie pagliacciate sulla redistribuzione dei migranti a livello europeo vanno ad aggiungersi ad una iniziativa assolutamente insufficiente, come molte, annunciate a gran voce, che, puntualmente, a distanza di mesi, si mostrano nel loro piu completo fallimento.

In questi anni, il budget di Frontex è lievitato, passando da 6,3 milioni di euro nel 2005 a 333 milioni nel 2019, a 1,1 miliardi quest’anno fino a 1,9 miliardi nel 2025. Una dotazione senza pari nella storia delle agenzie Ue. Budget che Frontex usa per personale, droni ed elicotteri con i quali pattuglia il Mediterraneo, ma  a quanto pare anche per molte feste.

Frontex ha organizzato cinque eventi in quattro anni, ai quali hanno partecipato in centinaia tra dipendenti e ospiti. Il conto totale dei budget per le feste, in quel periodo, ammonta a un totale di 2,1 milioni di euro. A rivelarlo è la testata EUObserver, che ha avuto accesso ai documenti interni: si va dai 94.000 euro spesi nel 2015 per una cena per 800 persone presso l’elegante ristorante Belvedere di Varsavia, città dove ha sede l’agenzia, ai 580 mila euro spesi per una festa in trasferta sul Mar Baltico, presso la località balenare di Sopot.

In totale, nei cinque anni precedenti la pandemia, Frontex ha speso per feste ed eventi 2,1 milioni: nel 2015 si sono spesi circa 360.000 euro, nel 2016 circa 371.000 euro, nel 2017 oltre 341.000 euro, nel 2018 la somma record di 580.152 euro e nel 2019 circa 494.500 euro. Il budget per gli eventi di gala di una sola annata è molto più di quanto stanziato dall’agenzia per l’Ufficio dei diritti fondamentali per tutto il 2020, nel quale non si sono tenuti eventi, ma solo a causa del covid. Una valanga di soldi, che arrivano dai contribuenti, spesi in anni in cui le isole dell’Egeo, l’enclave spagnola di Melilla, Lampedusa e molti altri avamposti siciliani e calabresi faticavano a gestire gli arrivi dei migranti. Ricordiamo che nel 2015 arrivarono sulle coste europee più di un milione di persone (dati Unhcr).

Che il bilancio di Frontex non fosse trasparente e virtuoso lo abbiamo già scritto e raccontato. Ma questa delle “spese pazze” è solo l’ultima delle critiche che vengono sollevate nei confronti di Fabrice Leggeri, sul quale pendono diverse richieste di dimissioni, arrivate da molteplici associazioni, ong e gruppi del Parlamento europeo che accusano apertamente il funzionario francese di essere responsabile della condotta degli agenti di Frontex, coinvolti e complici nei respingimenti di migranti nel Mare Egeo, nel Mediterraneo centrale e sulla rotta bosniaca. Respingimenti che avrebbero messo spesso a rischio l’incolumità dei migranti stessi.

 

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