28 settembre: giornata internazionale dell’aborto libero, sicuro e gratuito

Come donne rivendichiamo il diritto a decidere del nostro corpo, in ogni fase della vita; lottiamo perché l’aborto sia un diritto effettivo, libero e depenalizzato, sicuro e gratuito in ogni parte del mondo!
Il diritto delle donne di decidere sulla propria maternità e sul proprio corpo è continuamente sotto attacco in ogni parte del mondo. L’accesso libero, sicuro e gratuito all’aborto ne è indicatore.
In Italia, nonostante la L. 194 abbia ormai compiuto 40 anni, l’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) è stata ed è in discussione a causa della libertà di obiezione di coscienza che la legge ha lasciato ai ginecologi e al personale paramedico delle strutture pubbliche, figure che dovrebbero garantire il servizio alle donne che si trovano in stato di necessità.
Secondo una stima dell’ISTAT circa l’80% del personale medico e infermieristico è obiettore, in alcune regioni addirittura il 90%. Si tratta per la maggior parte di falsi obiettori, alcuni dei quali praticano l’aborto nelle strutture private, a pagamento. Ci sono situazioni in cui l’interruzione di gravidanza nella struttura pubblica è garantita da un solo medico, in assenza del quale il servizio non viene fornito e possiamo immaginare quale possa essere la qualità di questo servizio, che interviene in una fase delicatissima della vita della donna, di fronte a una scelta sempre dolorosa.
Oltre al divieto assoluto di abortire, presente nelle leggi di alcuni paesi, ve ne sono molti altri in cui le “condizioni” restrittive imposte mettono a rischio la salute fisica e mentale della donna che non vuole o non può portare a termine una gravidanza. Resta il fatto che senza il diritto all’aborto libero, sicuro e gratuito, le donne che non hanno i soldi per pagarsi la clinica privata, nel paese o all’estero, muoiono sui tavoli delle mammane, praticandolo illegalmente. Di recente molti paesi hanno emanato provvedimenti fortemente restrittivi ed in alcuni le donne che abortiscono vengono condannate alla reclusione per omicidio.
Le donne che decidono di abortire non hanno molto tempo: devono farlo in fretta! Sono costrette ad affrontare un percorso ad ostacoli o ad andare all’estero, sempre che abbiano le risorse economiche per farlo, come in Italia prima della 194 quando chi se lo poteva permettere andava in Inghilterra! Particolarmente difficile è l’accessibilità al diritto per le donne straniere, che spesso non sanno a chi rivolgersi e sono ostacolate dalle famiglie. Il numero dei consultori è molto al di sotto di quanto previsto dalla legge, con risorse sempre più limitate e servizi spesso scadenti. Il ricorso alla pillola abortiva è ostacolato dall’obiezione di coscienza dei farmacisti.
La legge 194 si può solo migliorare, aprendo una campagna di informazione sul diritto alla contraccezione e all’aborto ed invitando le donne, e come sindacato le lavoratrici, a denunciare i disservizi e le difficoltà che hanno incontrato allo Sportello Donna della CUB.
A gennaio di quest’anno il Comitato europeo per i diritti sociali di Strasburgo ha richiamato l’Italia, richiedendo misure concrete per assicurare l’accesso all’interruzione di gravidanza in ogni regione.
Questi dati dimostrano ancora una volta che il corpo delle donne è sistematicamente considerato oggetto di dominio e di controllo, come se la capacità riproduttiva fosse un bene pubblico e i diritti delle donne fossero solo una concessione che dipende dalla benevolenza di chi detiene il potere. Durante il fascismo l’aborto era considerato reato penale “contro l’integrità e la salute della stirpe”. Ancora oggi le donne che decidono di abortire sono oggetto di stigma sociale, devono farlo in silenzio, perché vengono criminalizzate dalle stesse istituzioni che dovrebbero tutelarne i diritti e la salute. E’ questa un’altra forma di violenza, una violenza psicologica di cui si parla troppo poco.

Mobilitiamoci affinché l’interruzione volontaria di gravidanza possa essere una scelta rispettata, un diritto garantito in ogni struttura pubblica, attraverso la presenza del numero necessario di medici e di personale paramedico non obiettore!

Lottiamo affinché tutte le donne, italiane o straniere, maggiorenni o minorenni, possano accedere alle informazioni sulla sessualità e sulla contraccezione, ordinaria o di emergenza, attraverso un servizio gratuito che rispetti la libera decisione della donna!

Cub Donne